Sacri mostri e intrighi papali in una sola ricarica: itinerario elettrico da Roma per la Tuscia Viterbese

Se pensiamo al Lazio è inevitabile pensare allo splendore di Roma, alle meraviglie che ha da offrire, alla sua densità e alla sua grandezza.
Tuttavia, il territorio laziale non è solo l’Urbe, e intorno alla megalopoli sorgono tanti piccoli borghi e zone che ci catapultano in un mondo rustico e campagnolo che ci farà pensare di essere lontani ore e ore dal trambusto della città, ideali per una gita fuori porta da vivere con le nostre promozioni.

A meno di un’ora da Roma, potrete godere di miti, storie e leggende che hanno a che vi culleranno tra del buon cibo e delle belle passeggiate.

Vitorchiano
Vicino alla città dei Papi, sorge un paese insolito e caratteristico come Vitorchiano; cinto dalle sue mura, vi ritroverete in un intreccio di scale e archetti che conferiscono al borgo un aspetto intimo e lontano dalla mondanità, incastonato tra i Monti Cimini.
Ma forse fuori dalle mura, avete notato qualcosa di familiare ma strano, vero? No, non vi siete sbagliati: A Vitorchiano è conservato uno dei pochi Moai originali che potrete trovare all’infuori dell’Isola di Pasqua.
Perciò, nel mondo, se volete vedere un Moai e non potete andare in Cile, sicuramente dovrete passare per Vitorchiano.
Fu costruito nel 1990 dopo che dei delegati dell’omonima tribù vennero invitati dal programma RAIAlla Ricerca dell’Arca” a provare il piperino come materiale per sopperire al deterioramento delle gigantesche figure piantate nella loro Isola. L’esperimento andò a buon fine, e il Moai di “prova” fu eretto con una cerimonia ufficiale mandata in onda dal programma omonimo.

Bomarzo
I Moai sono una scultura affascinante di cui si sa ben poco davvero, un po’ come il vicino Parco dei Mostri di Bomarzo.
Commissionato dal signore di Bomarzo Vicino Orsini nel ‘500, c’è chi lo attribuisce a un pegno d’amore per sua moglie, chi a un bignami grottesco della letteratura italiana, chi ad un percorso alchemico che nasconderebbe chissà quali segreti.
Nel 1948 il complesso fu visitato anche da Salvador Dalì, che rimase impressionato e stupito dalla magnificenza e dalla singolarità delle opere.
Tra mostri urlanti, Sfingi e Case inclinate, è un bosco davvero imperdibile.

Viterbo
E per finire la giornata, si arriva a Viterbo. La città, che nel XIII secolo divenne anche sede pontificia, fu teatro di un evento ancora visibile oggi sbirciando tra i tetti dell’odierno Palazzo dei Papi: vi si svolse il più lungo conclave della storia, ovvero il periodo in cui si deve eleggere il nuovo Papa alla dipartita dell’ultimo. Il detto fu coniato proprio li, perché nel ‘200 alla morte di Clemente IV la scelta si protrasse per ben 1006 giorni e il popolo, esasperato di dover mantenere con le tasse i prelati indecisi ( e talvolta, anche influenzati da poteri politici) decise di chiudere con una chiave (cum clave = conclave) i consacrati nel palazzo razionando loro il cibo e levando il tetto del palazzo, fino al raggiungimento di una scelta comune.
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