Non solo vino: alla scoperta della Franciacorta
La Milano da bere, come si suol dire. Ma anche la provincia non è da meno!
Vicino all’antica Mediolanum, sorge infatti un ecosistema dove si produce il primo spumante italiano Metodo Classico che ha avuto la classificazione DOCG nel 1995, con l’uva delle viti di Pinot nero, Pinot bianco e Chardonnay, che in quelle zone trovano un clima ideale grazie alla posizione ventilata vicino al Lago d’Iseo e alla Val Camonica.
Parliamo della Franciacorta, luogo dove dal 1570 il bresciano Gerolamo Conforti scrisse il suo trattato sulla fermentazione in bottiglia “Libellus de vino mordaci”, quasi cento anni prima di quello che diventerà un’istituzione delle bollicine nel mondo, l’abate Dom Perignon.
Quanto c’è realmente di “Francia”, nell’etimo? Due delle ipotesi più accreditate che cercano di spiegare il nome, vedono in una Carlo Magno, che passato in questo territorio con l’intento di combattere i Longobardi, ne rimase così impressionato da stanziarvisi, appellandola con questo nome poiché la zona di Rodengo Saiano, gli ricordava così tanto il suo paese da chiamarla “Piccola Francia”.
L’altra, più pratica, vorrebbe che questo luogo fosse una zona franca, vale a dire un territorio per il quale non era previsto un pagamento di tasse, tributi o dazi, e chi viveva qui non doveva nulla all’Impero; queste zone facevano parte delle Curtis francae, per l’appunto, che solitamente erano gestite da monaci per nome del clero.
In questa zona piuttosto ampia e accogliente, c’è molto da vedere; come detto, le bollicine sono diventate il sinonimo della zona, che però annovera al suo interno passeggiate, aree verdi e piccoli paesi tutti da vedere. Come, ad esempio, la Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino: sita nel comune di Provaglio d’Iseo, è stata dichiarata di interesse internazionale perché unica nel suo genere in Europa a livello di biodiversità, poiché si trova sulla rotta delle migrazioni e presenta una grande varietà di specie rare e a rischio di estinzione. La riserva è costituita principalmente da vasche d’acqua formatesi dalla fine del 1700 in seguito all’estrazione della torba, che veniva usata come combustibile, e al suo interno presenta innumerevoli sentieri e passerelle di legno. Il momento migliore per visitarla è a Maggio e i primi di Settembre, quando gli specchi d’acqua si ricoprono di ninfee nel pieno della fioritura
Vicino a questa Riserva, sorge il Monastero di San Pietro in Lamosa. Questo piccolo monastero, che gode di una bellissima vista della zona, ha una storia particolare: nato nel 1083 sopra un antico tempio pagano grazie alla laboriosità dei monaci benedettini di Cluny, viene allargato nei secoli fino a che non viene requisito nel 1700 dalla Repubblica di Venezia che lo mette all’asta cedendolo ad una famiglia aristocratica della zona. Nel 1983 la famiglia cede il monastero al comune che ne dà l’usufrutto ai cittadini di Provaglio d’Iseo, che con un’operazione di crowfunding vera e propria partita dagli stessi abitanti del comune, ha potuto iniziare dei lavori durati vent’anni che hanno restituito il monastero all’antico splendore originario
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